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La cellula
1.Il microscopio
Robert Hooke fu il primo ad osservare delle cellule, utilizzando un rudimentale microscopio e le descrisse come “piccole celle”.
Nella seconda metà del 17esimo secolo Antoni van Leeuwenhoek riuscì ad osservare batteri ed altri organismi unicellulari in movimento.
I microscopi utilizzati in questi casi sono microscopi ottici
I microscopi ottici per il loro funzionamento si basano su un fascio di luce che attraversa due serie di lenti all’interno della quale è contenuto il campione da analizzare per poi essere deviata verso l’occhio dell’esaminatore.
I due parametri più importanti utilizzati da questo tipo di microscopio sono:
L’ingrandimento che permette l’aumento delle dimensioni dell’oggetto anche fino a 1000 volte. Le strutture microscopiche prese in considerazione sono invisibili all’occhio umano e si misurano in micrometri o nanometri.
Il potere di risoluzione definisce la capacità di uno strumento ottico di mostrare immagini nitide cioè riuscire a distinguere con chiarezza due oggetti vicini.
Il microscopio elettrico utilizza un fascio di elettroni e in questo caso le lenti vengono sostituite da elettromagneti che deviano il fascio di elettroni riuscendo ad ingrandire immagini 1000 volte più piccole rispetto ad un microscopio ottico.
Il microscopio elettronico a scansione utilizza un fascio di elettroni per esplorare la superficie di una cellula o di un gruppo di cellule rivestite con una sottile lamina metallica.
Il microscopio elettronico a trasmissione viene utilizzato per esaminare l’interno della cellula tagliando i campioni da analizzare in parti estremamente sottili e colorate con atomi di metalli pesanti.
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